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Qualità in azienda | Meglio prima che dopo


La settimana scorsa si è tenuto un altro incontro di Hike Up CEO Roundtable, il network di imprenditori selezionati che si incontrano mensilmente in piccoli gruppi.


Due ore online per scambiarsi valore reciprocamente in modo informale e confidenziale.


Il tema dell’incontro questa volta era “Qualità e gestione delle non conformità” e il gruppo ha analizzato la problematica specifica di un’azienda in particolare, condividendo esperienze e soluzioni di grande valore.


Già, perché la qualità viene spesso bistrattata all’interno delle piccole e medie aziende.


Troppo spesso vista come quella cosa necessaria a ottenere o rinnovare le certificazioni aziendali, richieste o gradite dai nostri clienti.


In realtà dietro alla qualità si nasconde secondo me un importante “tesoretto”.


Si tende a sottostimare l’impatto della non qualità, soprattutto se non si hanno dati chiari e affidabili.


Ma a mio avviso i dati non bastano, perché l’impatto di una buona gestione della qualità aziendale va al di là dei risparmi economici più visibili, come i costi di rework, il rifacimento di determinati processi o peggio il pagamento di penali.


Una buona gestione della qualità ha infatti un grande impatto anche sull’efficienza e sulla produttività delle persone.


Pensa a quante ore di lavoro si buttano letteralmente via per chiarire situazioni non definite tra colleghi, che magari si ripetono uguali a se stesse molte volte nell’anno.


Pensa a quante lamentele e discussioni si creano attorno a processi inefficaci e difficili da implementare.


Ecco, queste lamentele, discussioni, chiarimenti, frustrazioni e rifacimenti costano tanto non solo all’azienda, ma anche alle persone che le vivono.


Costano talmente tanto che l’azienda dovrà fare i conti non solo con i costi legati al tempo sprecato o ai costi vivi delle correzioni, ma dovrà fare i conti anche con la possibilità di perdere collaboratori validi.


Perché le persone in gamba non accettano lo status quo. Non stanno a guardare se le cose non vanno.


Provano a cambiarle.


Ma spesso si sentono schiacciati, come una piccola ruota dentata all’interno di un immenso ingranaggio.


E smettono di provare.


E a un certo punto smettono anche di lavorare per l’azienda… se ne cercano un’altra.


Ecco che adesso i costi diventano molto più alti.


Costerà tempo e denaro trovare una risorsa altrettanto valida.


Costerà tempo e denaro formarla e introdurla in azienda.


Costeranno denaro e fatturato le difficoltà operative e relazionali con clienti e partner.


In qualche caso la reputazione aziendale sarà così bassa che non sarà più possibile trovare persone altrettanto in gamba disposte a lavorare per te (il mondo è piccolo diceva il mio prof. di Elettrotecnica all’Università…).


Ecco perché penso che la qualità aziendale debba essere considerata una priorità dalle imprese, anche quelle più piccole.


Perché di fatto usando i principi di una buona gestione della qualità si ha a disposizione un potente strumento per la lotta alle inefficienze e per migliorare all’ennesima potenza le relazioni con clienti e partner.


Tradotto in parole semplici: crescita sostenibile.


E ho aggiunto “sostenibile” a proposito.


Perché talvolta è possibile crescere anche quando il sistema sotto non funziona, ma in questi casi la crescita del fatturato sarà accompagnata dalla crescita dei problemi.


Fino a quando non saranno più sostenibili e bisognerà intervenire urgentemente.


Meglio partire subito no?


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Spero che questo pensiero ti sia stato utile. Sei d’accordo? Non ti trovi su alcuni punti?


Se hai un minuto rispondi a questa e-mail e fammelo sapere.





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